mercoledì 7 maggio 2008

Valori di Riferimento Elettroneurografia

In seguito alla richiesta sempre maggiore da parte dei lettori di valori di riferimento normativi per l'elettroneurografia, si è redatta una tabella con i valori medi dei principali nervi esaminati nel corso di un esame standard.
Tale tabella è pubblicata nel sito all'interno di "EMG" alla sottocartella "normativi", oppure più semplicemente puoi cliccare "normativi".
All'interno della tabella puoi trovare
sulla riga in corrispondenza del dato nervo:
  1. la principale radice corrispettiva,
  2. la tecnica utilizzata per ottenere quel determinato valore: cioè ortodromica o antidromica,
  3. il tratto esaminato con il punto dove viene applicato lo stimolo e quello dove viene registrato il potenziale corrispettivo,
  4. la distanza media tra elettrodo registrante ed elettrodo di stimolazione,
  5. Il valore normativo massimo di Latenza Distale da non superare per quella data distanza, ed il valore medio considerabile nella norma per quel dato nervo, più o meno una determinata deviazione standard,
  6. Il valore minimo di Ampiezza mediamente accettato come limite inferiore da superare, ed il valore medio per quel dato nervo più o meno una determinata deviazione standard,
  7. Il valore normativo minimo di Velocità di Conduzione da superare, ed il valore medio considerabile nella norma per quel dato nervo, più o meno una determinata deviazione standard

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sabato 5 gennaio 2008

Risposta aperta ad un lettore

Anonimo Simone ha detto...

Salve,ho 21 anni e nonostante la mia giovane età mi sono dovuto sottoporre ad un intervento per liberare il tunnel carpale.
L'intervento eseguito in anestesia locale(presso brachiale) è andato bene,ora sono passati circa 15 giorni ma ho perso sensibilità all'indice e al medio,perso sensibilità in senso che se anche mi pungo con un ago non sento il male.Sapreste indicarmi così a grandi linee quale potrebbe essere il problema?
Grazie in anticipo

Elettromiografia.it risponde ...

In alcuni casi si osserva la comparsa di un Tunnel Carpale anche in giovane età, ma prima di sottoporsi a qualsiasi intervento chirurgico sarebbe necessario confutare il sospetto clinico con una elettromiografia. Se nel suo caso l'elettromiografia, eseguita prima dell'intervento, confermava un'alterazione nella conduzione nervosa del nervo Mediano al polso, bisogna domandarsi qual'era la situazione clinica prima dell'intervento, saper cioè se il sintomo da lei riportato era preesistente, oppure è insorto dopo l'intervento chirurgico. In quest'ultimo caso bisognerebbe eseguire una nuova elettromiografia per valutare lo stato attuale dei nervi, confrontarla con quella precedente e approfondire la diagnosi attraverso una visita neurologica che possa identificare la causa del problema ed eventualmente indicare la terapia più idonea.

domenica 9 dicembre 2007

Significato clinico delle fascicolazioni

Le fascicolazioni rappresentano un segno neurologico espressivo instabilità dell'Unità motoria, sono caratterizzate dalla contrazione simultanea di fibre muscolari appartenenti ad un'unica Unità Motoria. L e fascicolazioni sono avvertite dal paziente come spontanei e rapidi guizzi muscolari limitati a piccole porzioni di muscolo. Si rilevano all'ispezione e alla palpazione come rapide contrazioni di piccoli fasci muscolari, di entità minima, tali da non esprimere alcun movimento di segmenti articolari, sono spesso ripetitive e accentuate dal riscaldamento della cute, da un certo grado di tensione muscolare e dalla lieve percussione del muscolo con la mano.
Il significato clinico delle fascicolazioni è quanto mai variabile ed il fatto di essere associate anche alla Malattia del Motoneurone (SLA [Sclerosi Laterale Amiotrofica], Atrofia Muscolare Progressiva, Paralisi Bulbare Progressiva) accendono l'interesse del Neurologo nel loro corretto inquadramento.
In una certa percentuale di pazienti si osservano in soggetti sani e vengono definite "fascicolazioni benigne".
Come fare a distinguere le varie forme?

sabato 24 novembre 2007

Trattamento conservativo del Tunnel Carpale

Ft. T.Barchitta
il 21 novembre 2007, ha detto...

La compressione del nervo mediano al polso è la neuropatia compressiva dell’arto superiore più frequente.
Colpisce maggiormente il sesso femminile in una fascia di età compresa tra i quaranta ed i sessanta anni.
Una diminuzione dello spazio all’interno del canale del carpo causa una sofferenza del nervo.
Di solito la compressione si manifesta sintomatologicamente con dolore e parestesie ( formicolii ) sulle prime tre dita e con peggioramento durante lavori di forza ripetitivi.
Talvolta la sindrome del tunnel carpale si può manifestare in gravidanza a causa di fattori ormonali e di un edema generalizzato.
Nello stadio iniziale della compressione, quando cioè i sintomi compaiono prevalentemente di notte, si può tentare un trattamento conservativo con l’ausilio di un tutore di riposo del polso in materiale termoplastico confezionato su misura da utilizzare per almeno tre mesi. L’uso del tutore ha come scopo quello di riportare la mano (restituire alla mano) ad uno stato di “equilibrio” liberandola da tutti quei compensi e atteggiamenti viziati che presumibilmente hanno dato inizio alla sindrome. Di conseguenza i tessuti e le strutture all’interno del canale potranno essere reinserite in un più corretto posizionamento della mano e godranno di una maggiore facilità di scorrimento lavorando secondo assi fisiologici di movimento. E’ inoltre importante non trascurare nel programma riabilitativo le articolazioni che si trovano più a monte, come la spalla, promuovendo un ripristino dell’armonia del ritmo scapolo-omerale al fine di reintegrare l’arto in toto in uno schema gestuale che risulti il più fisiologico possibile.


lunedì 5 novembre 2007

S. Tunnel Carpale

Cosa fare dopo la diagnosi di Tunnel Carpale, se non chirurgico? esiste un trattamento fisioterapico?

giovedì 1 novembre 2007

Risposte

g.vicenza ha detto...

Qual'è la terapia?
Perchè sulla voce del sito S. Guillain Barè non ho trovato nulla?

29 ottobre 2007 11.04

Elimina
Elettromiografia.it ha detto...

Sul sito alcune voci sono in lavorazione, ma prima di pubblicarle, volevo leggere le vostre mail per integrare tutte le notizie e dare un'informazione il più possibile completa e sintetica.

Per quanto riguarda la terapia, anche se molto interessante rimando a siti specialistici riguardanti la gestione della terapia della S. di Guillain Barrè.

NINDS GBS
GBS support group
Medline Plus GBS
GBS/CIDP Foundation

1 novembre 2007 10.17

lunedì 29 ottobre 2007

SGB strategie elettrodiagnostiche

Elettromiografia.it ha detto...

Le strategie elettromiografiche per studiare la Sindrome di Guillain Barrè possono essere così riassunte:
•dimostrare una neuropatia acuta motoria e sensitiva
•in fase acuta i nervi motori sono maggiormente coinvolti di quelli sensitivi
•la neuropatia è tipicamente di tipo demielinizzante, con blocchi di conduzione
•la maggior parte delle anomalie si riscontra spesso nella parte prossimale del nervo, con rallentamento marcato delle risposte F
•talora la neuropatia è di tipo assonale, come spesso si osserva nelle formed a Campilobacter Jejeuni
•stabilire la distribuzione, il tipo di danno e la gravità

Anomalie riscontrate all’elettromiografia
Nervi motori
•blocchi di conduzione (rapporto delle ampiezze distale/prossimale > 30% agli arti superiori e >50% agli arti inferiori)
•aumento della dispersione delle risposte associate ai blocchi di conduzione
•onde F rallentate e disperse (talora assenti) a causa dei blocchi di conduzione
•incremento delle Latenze Distali
•rallentamento delle VCM, talora normali all’inizio
•le ampiezze distali possono essere nei limiti all’inizio di malattia
•se di bassa ampiezza con normali Latenze Distali sono espressive di un grave coinvolgimento assonale

Nervi Sensitivi
•valori di velocità conduzione sensitiva ridotti non sono frequenti durante le prime settimane di malattia
•ampiezze sensitive ridotte si osservano in presenza di un danno assonale

EMG
•entro le 2 settimane (fino a 18 giorni) dall’esordio dei sintomi si osserva solo una riduzione del pattern interferenziale
•dopo le 2 settimane (in alcuni casi già dopo 10 giorni) si osservano reperti acuti di tipo neurogeno

Test autonomici
•spesso anormali
Procedura

Neurografia
•VCM e MAP dai nervi: n.mediano, n.ulnare, n.tibiale, n.peroneo monolateralmente
•VCS e SAP dai nervi: n.radiale, n.surale monolateralmente.

EMG
•Prima di 10 giorni dall’esordio è scarsamente diagnostica, ma può rivelare esordi precoci e confermare l’origine periferica della debolezza (deficit del reclutamento di tipo spaziale)
•Dopo 10 giorni dall’esordio, dovrebbe essere fatto per dimostrare il grado di coinvolgimento assonale.

Test autonomici (opzionali)
•intervallo RR
•Risposta Simpatico Cutanea (SSR)
•pletismografia

Soglia Sensibilità (opzionale)
•termica e vibratoria

Nota
•Se le VdC Motorie sono normali e non è presente un decremento di ampiezza o blocchi di conduzione, associate a risposte F normali per latenza e dispersione è necessario rivalutare la diagnosi

27 ottobre 2007 1.04