lunedì 5 novembre 2007

S. Tunnel Carpale

Cosa fare dopo la diagnosi di Tunnel Carpale, se non chirurgico? esiste un trattamento fisioterapico?

2 Commenti:

Blogger Elettromiografia.it ha detto...

Riporto quanto descritto nel sito a proposito delle terapie conservative per il Tunnel Carpale lieve-moderato considerato non chirurgico:

· misure generali come cambiare modalità di svolgimento dell'attività lavorativa può essere sufficiente per ottenere un miglioramento soggettivo

· Ultrasuoni, ionoforesi e laser possono migliorare i sintomi, ma non incidono in maniera determinante sulla causa della Sindrome, o sull'evoluzione del quadro clinico

· farmaci antinfiammatori non steroidei e steroidei: hanno efficacia scarsa o limitata nel tempo

· infiltrazioni: efficaci sui sintomi, ma con possibile danno fibrotico del nervo e con rischio di posticipare troppo l'intervento;

· stecche per il polso (splint): efficaci ma poco tollerate, solitamente usate solo di notte

· nuovi sistemi di immobilizzazioni dinamiche del polso “Policarpal” agiscono limitando la flesso-estensione del polso, senza bloccarlo e permettono il normale uso della mano per cui possono essere utilizzati anche di giorno oltre che durante la notte come gli splint

Tuttavia potrebbe essere interessante avere notizie ed esperienze sulle metodiche fisiokinesiterapiche attualmente in uso per ridurre la sintomatologia e la progressione dei sintomi.

14 novembre 2007 22.55  
Anonymous Anonimo ha detto...

La compressione del nervo mediano al polso è la neuropatia compressiva dell’arto superiore più frequente.
Colpisce maggiormente il sesso femminile in una fascia di età compresa tra i quaranta ed i sessanta anni.
Una diminuzione dello spazio all’interno del canale del carpo causa una sofferenza del nervo.
Di solito la compressione si manifesta sintomatologicamente con dolore e parestesie ( formicolii ) sulle prime tre dita e con peggioramento durante lavori di forza ripetitivi.
Talvolta la sindrome del tunnel carpale si può manifestare in gravidanza a causa di fattori ormonali e di un edema generalizzato.
Nello stadio iniziale della compressione, quando cioè i sintomi compaiono prevalentemente di notte, si può tentare un trattamento conservativo con l’ausilio di un tutore di riposo del polso in materiale termoplastico confezionato su misura da utilizzare per almeno tre mesi. L’uso del tutore ha come scopo quello di riportare la mano (restituire alla mano) ad uno stato di “equilibrio” liberandola da tutti quei compensi e atteggiamenti viziati che presumibilmente hanno dato inizio alla sindrome. Di conseguenza i tessuti e le strutture all’interno del canale potranno essere reinserite in un più corretto posizionamento della mano e godranno di una maggiore facilità di scorrimento lavorando secondo assi fisiologici di movimento. E’ inoltre importante non trascurare nel programma riabilitativo le articolazioni che si trovano più a monte, come la spalla, promuovendo un ripristino dell’armonia del ritmo scapolo-omerale al fine di reintegrare l’arto in toto in uno schema gestuale che risulti il più fisiologico possibile.

Ft. T.Barchitta

21 novembre 2007 23.21  

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